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Immagine
Alcune poesie tratte dal libro:

I giorni prima di Pasqua

Uomini inferociti vivono in fabbriche abbandonate
scortando pacchi di semplici persone
uccise nella notte.

Mazze color vetro perlato oscillano,
la ragione si dilegua in una pistola
lambita dallo sguardo del fanciullo.

Nella violenza trovano il perdono
riciclando le loro anime
senza passare dai propri nomi
senza trovare la speranza.

Ma un giorno le parole libere si distesero
come una rete da pesca
intrappolarono l'uomo
colpevole dell'essere uomo.

Tutto il mondo divenne preda del proprio dolore,
così i buoni mangiarono l'agnello
mentre i cattivi estrassero un ramo d'ulivo

fu conficcato nell'occhio destro

quello sinistro avrebbe aspettato

la prossima pasqua.



La cura della morte

Nascevano le prime ciliegie
come il quadro di Burri
la stoffa madre depose.

La spiaggia della frutta
dipinta nell'inquietudine.

 Una pergamena antica
mi condusse
verso il viaggio eterno.

Stanco dopo l'attesa
sopportavo il dolore lentamente.

Dalla finestra un gallo cantava
aspettando l'arrivo di Noè

cinque donne passarono sopra i miei occhi
le bagnanti di Cezanne sorrisero lievemente.

Il male catalogava il mio corpo
in maschere dallo sguardo folle

il male
figlio dell'intolleranza
nacque prima del sorriso.

Un giorno riuscimmo a danzare
io e lui
sospesi sopra un ponte magico

l’amicizia era cosa fatta
pensai.

Le aquile in volo osservarono
il mio corpo cadere


Le note della schizofrenia

Inquieto leggevo i Morti di James Joyce,
crocifisso alla parete della porta
distoglievo gli occhi dal libro
per poi prosciugare l'angoscia della notte.

Il mio volto nell'espressione di un sacerdote
prima di santificare la messa,
reparti di gente si affollano pensando al mio ego,
redentore della coscienza.

Folle è l'essere dottore di se stessi
spartendo il cervello
come carte al banco dei pegni.

Una nota di Ivan Moravec,
il possesso del pensiero

l'arresto dei cuori
che galleggiano sopra la melodia
facilitando la mia penna,
nel clandestino rumore
del pianoforte che brucia.
  
La ricchezza della guerra
Nel pozzo nero tutti i nomi
prima di essere cognomi
all'ombra di una pistola
nel campo della morte.

Capanne color rosso splendono
un guerriero ornato da piume nere
giace,
odio i guerrieri
odio la pace e la borghesia.

Senza vedere svanisco in questa valle
trovo un paniere vuoto
la foto di un contadino a terra
i suoi figli all'orizzonte

ho vergogna della guerra
perche dentro me esiste
come esiste il valore dell'anima.

Non ho mai pianto
le lacrime non hanno coraggio di cadere
mentre donne ridono
e vestono gioielli
camminando
nella notte.

  Il guerriero
dallo sguardo cupo
si distese dal cielo
mentre una mitragliatrice
profanò la vendetta
nel volto dei potenti.


La passeggiata notturna

Le prime frasi di un racconto
l'immaginazione,
l'età riconosciuta dal livello di adrenalina
sprofondando nel rancore,
il giorno prende l'alba sotto mano
ed inizia.

Lo specchio riflette luminoso
la barba fatta
la mia camicia
le scarpe
i pantaloni
sono pronto ed esco
dal covo come un volatile sotto tiro,
il manicomio non fa per me.

Il portone d'ingresso si ricorda delle mie mani
con facilità trasporta l'aria dietro le mie spalle
lasciandomi libero.
Passeggio lungo la strada
non sento rumori
il vento mi accompagna,
nemmeno l'urlo esce dal ponte
ma si rifugia nella tasca.

Tutto questo lo chiamerei passeggiata notturna
ma io non sono uno scrittore.

Sta peggiorando il tempo
piove sulla strada
mentre la calza di una prostituta
assorbe l'acqua
scivolando nella fogna.

Il filo mi conduce sul fondo della strada
i lampioni fluttuano
su di loro bambole legate danzano
scurendo a tratti la strada.
Vedo un locale
la luce rossa fuoriesce dai vetri

ho fame
mi avvicino
apro la porta

gli sguardi alieni mi affrontano
un onda anomala di vestiti mi invade,
la gente rovista i propri corpi

bisturi sezionano  tessuti

il sangue abbonda

non ho più fame
esco
sono immerso nella solitudine.

Guardo in alto il lampione
mentre l'uomo appeso si oscura
e non importa vedere
per accorgersi
di se stessi.

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